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LEWIS ARON (1952-2019)
Necrologio (Obituary)
Con grande tristezza condividiamo la notizia che Lewis Aron (“Lew”) è mancato questa mattina, giovedì 28 febbraio 2019. Aron, nel panorama della psicoanalisi relazionale degli ultimi decenni, è stato l’autore più importante e la persona di riferimento da molti punti di vista.
Lascia nel dolore del lutto i figli Benjamin, Raphi, Kirya, la sua partner Galit Atlas con i propri figli Emma, Yali, Mia, la sua famiglia, i suoi amici e colleghi e, in vari modi, tutti noi.
Nato il 21 dicembre 1952 a New York, Lewis Aron (Ph.D.) è stato psicoanalista relazionale e docente e direttore del Postdoctoral Program in Psychotherapy and Psychoanalysis della New York University. È stato presidente fondatore dell’associazione internazionale di psicoanalisi e psicoterapia relazionale IARPP (International Association for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy), ed è stato presidente della Division of Psychoanalysis della American Psychological Association. Membro onorario della William Alanson White Psychoanalytic Society. Aveva una personalità estremamente sensibile e vitale, un sorriso aperto e una voce chiara e vibrante, amava la musica e amava l’insegnamento. Conduceva numerosi gruppi di studio e di lettura a New York City e nel mondo. È stato infaticabile nella sua attività didattica internazionale per lo sviluppo del movimento relazionale attraverso il dialogo e la trasmissione della sua enorme cultura e della sua profonda conoscenza che generosamente offriva con semplicità e immediatezza. Nelle sue più recenti interviste si identificava principalmente come insegnante e come ricercatore. La sua capacità d’ascolto era basata su un grandissimo rispetto per il pensiero dell’altro e l’abitudine al confronto al di fuori degli schemi e dei pregiudizi.
Il suo libro del 1996 Un incontro di menti(A Meeting of Minds: Mutuality in Psychoanalysis) e la sua raccolta del 1999, curata con Stephen Mitchell, Relational Psychoanalysis: The Emergence of a Traditionsono considerati due dei testi essenziali della psicoanalisi contemporanea. Nel 1993 aveva per primo curato una raccolta di scritti su Ferenczi, e le antologie della serie Relational Psychoanalysis che ha curato sono, in totale, cinque. Tra i suoi ultimi lavori ha scritto con Galit Atlas Dramatic dialogues, e recentemente ha di nuovo curato la pubblicazione di due volumi di riflessione sulla psicoanalisi relazionale: De-idealizing relational theory, eDecentering relational theory.
Insieme ad Adrienne Harris, ha diretto fino a oggi la più importante collana di libri per lo studio e il confronto sulla psicoanalisi relazionale: Relational Perspectives Book Series; è stato uno dei fondatori della rivista di riferimento per la psicoanalisi relazionale Psychoanalytic Dialogues: The International Journal of Relational Perspectives.
I contributi teorici di Lewis Aron sono stati molti e riguardano, in generale, lo sviluppo e l’ampliamento della teoria e della pratica clinica relazionale, e includono le sue riflessioni sull’intersoggettività e sulla esperienza soggettiva che il clinico ha del paziente (la soggettività del terapeuta e dell’analista); una visione del lavoro clinico che attribuisce massimo rilievo alla regolazione intersoggettiva reciproca e a il riconoscimento reciproco delle specificità personali, nel contesto del setting psicoterapeutico strutturato sull’asimmetria dei ruoli e delle responsabilità; ricerche sulle dimensioni etiche della psicoanalisi; la formazione psicoanalitica e le istituzioni psicoanalitiche; lo studio di Ferenczi; della relazione tra psicoanalisi e tradizione rabbinica; una continua riflessione su di una psicoanalisi per il ventunesimo secolo, e sul movimento relazionale nei nostri giorni.
Incontrare Lew è sempre stato un piacere e uno stimolo. Colpivano immediatamente lo sguardo e l’ascolto attento, curioso, accogliente, vivace e profondo. Parlare con lui e sentirlo parlare della psicoanalisi, dell’uomo, della politica, dei valori e dei processi clinici permetteva di cogliere aspetti della realtà nuovi e aperture di senso inaspettate e creative. Ha sempre mostrato un pensare clinico ed epistemologico lucido, appassionato costantemente teso a comprendere la complessità della sofferenza dell’altro e ai modi in cui farvi fronte come esseri umani, come clinici e come psicoterapeuti. Accanto alle sue riflessioni, ai suoi lavori, alla psicoanalisi relazionale che ha contribuito a costruire e rendere viva e capace di aiutare le persone, rimane in noi la costante sensazione e il perenne ricordo di un uomo che incarnava in prima persona quanto proponeva nelle sue riflessioni teoriche, che esprimeva una prassi relazionale sempre diadica, interattiva, ricca di reciprocità, rispecchiamento e riconoscimento dialogico. Lew, quindi, non soltanto parlava di psicoterapia, di psicoanalisi: la praticava nei pensieri e nelle azioni e nell’incontro con l’altro. Conoscere il Dott. Aron, Lew, è stato davvero A meeting of minds, incontrare e reincontrare ogni volta una mente viva e sorprendente, che ci permetteva di sentirci vivi e sorprendenti.
Torino, 28 febbraio 2019
Cesare Albasi, Alioscia Boschiroli, Daniele Paradiso
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